Ieri l’ho visto. L’ho riconosciuto. In un gesto semplice. Loro due sottobraccio, le teste canute, i capelli smossi dal vento freddo di Novembre. Si sorreggevano l’un l’altro, al lato del viale, camminando lievemente, con una dignità invidiabile, stretti, il braccio di lei sotto al suo al braccio di lui, disegnava un percorso automatico, leggero. La sua mano finiva dentro alla mano dell’altro, le dita poi si intrecciavano e lui copriva infine il lieve e nodoso groviglio, con l’altra mano come a dire “non temere la strada, io sono qui accanto a te”. Occhi attenti su volti rigati dal tempo, guardavano diritti, alla ricerca condivisa del percorso migliore. Poi, improvviso, un colpo di vento più forte. Un lembo dello scialle antico ed elegante che avvolgeva la figura minuta di lei, vola via dietro la schiena, i capelli arruffati si scompigliano sul volto sorpreso di lei. La mano, in uno sforzo vano si tende, senza riuscirci, a riprendere il prezioso capo. Io l’ho visto allora, l’ho riconosciuto nel semplice gesto che è succeduto.Lui si è soffermato mezzo passo indietro, ha colto il lembo svolazzante sulla schiena e l’ ha riavvolto teneramente intorno al collo di lei, con maggiore cura. Glielo ha accomodato nuovamente sul corpo, cingendole le spalle leggermente curve gira guardondola negli occhi con un sorriso dolce. Poi, una volta finito, ha chinato il volto, veloce, verso di lei e, inaspettatamente, le ha sfiorato le labbra. Gli occhi socchiusi dei due vecchi, hanno accompagnato quel bacio dolcissimo, lieve, meraviglioso, immenso, riconoscente, così veloce e così eterno. Io allora l’ho visto bene e l’ho riconosciuto l’Amore. Passava dentro una folata del vento di Novembre a scaldare il cuore di chi ha avuto il meraviglioso dono di invecchiare insieme. In quel momento io l’ho benevolmente invidiati. Un’emozione dolce, un moto del cuore lieve e riconciliante con la vita e con il pensiero ho carezzato le loro teste canute. Mi sono allontanato dall’altra parte della strada e sempre con il pensiero, ho salutato quelle due figure sconosciute. Ho volto la testa un’ultima volta, cogliendo la conferma delle mie sensazioni nell’abbraccio lieve seguito dalla testa di lei che con leggerezza sì reclinava sulle spalle di lui. Pian piano sono diventati un puntino lontano, univoco, nascosto dalle foglie gialle dei platani del viale che vorticavano mosse dal vento freddo di Novembre mentre l’Amore aleggiava tutt’intorno ed io riconoscente mi facevo da lui cingere l’anima.