LA LEGGENDA DELLE SARDINE

di | Nov 28, 2019 | Storie

Sui banchi delle pescherie in bella mostra stanno le orate e spigole, dentici e i grandi rombi. I bambini in punta di piedi, con il ditino indicano creature strane e curiosi domandano a babbi e mamme in attesa, i nomi di tortuosi polpi, serpentiformi gronchi, spaventose rane pescatrice, oppure di nobili crostacei, scampi rossastri, astici armati e sua maestà l’aragosta.

In disparte di lato sta la cassetta di un pesciolino semplice, normale, familiare, modesto, comune.
Paràsina, bianchetto, janculilli, sarachiddu, faloppe, rengheta, palassiola, pesantone, melelle, nannata, salacche, sarda vera, saldina, insomma la sardina. Tanti nomi nei differenti bellissimi dialetti della nostra Italia per indicare la sardina.

La sardina è come appare, un pò anonima, un pò disadorna ma molti non sanno della leggenda che le circonda. Essa risale a tantissimo tempo fa, cosi remoto che non ci appartiene ormai più.

in riva al mare, in una terra lontana, viveva un uomo mite e gentile. Abitava in una casa modesta, costruita con le sue mani. Insieme a lui viveva sua figlia Dorotea una ragazza molto bella. Purtroppo erano soli perché la mamma di Dorotea era morta alla sua nascita.

Le loro giornate passavano coltivando la terra intorno alla casa e pescando un pò di pesce e Dorotea tutti i giorni ringraziava il dio della terra e il dio del mare e del cielo tenendo acceso un fuoco vicino alla casa.

Un giorno il padre di Dorotea partì per la pesca con una delle due piccole barche che avevano. Dorotea lo salutò come sempre finché non lo vide divenire un puntino all’orizzonte. Tornò verso la casa, attizzò il fuoco per i protettori del mare, della terra e del cielo e si mise a curare l’orto.

Quel pomeriggio però il tempo cambiò improvvisamente. Nubi nere si addensarono sul mare e un vento forte iniziò a far alzare onde impetuose. Dorotea preoccupatissima si mise sugli scogli, ormai le ombre della sera stavano incombendo e la barca del padre non si vedeva.
Ad un tratto la sagoma scura con la vela gonfia del forte vento, iniziò ad avvicinarsi. La tempesta però era troppo forte e la barca non riusciva a rientrare.

La notte purtroppo sopraggiunse veloce e la barca restò fuori tra i flutti senza fare ritorno. Dorotea piangeva ma non si rassegnò, prese l’altra barca e si inoltrò in mezzo alle onde in tempesta alla ricerca del padre. Là fuori la circondava solo la notte e un buio impenetrabile, chiamava il padre a gran voce ma le sue grida si perdevano nel vento. Stremata e in mezzo al buio ebbe la certezza di essere vicino alla morte, allora guardò verso il mare e pregò un’ultima volta “salva mio padre, portalo al sicuro a casa e se una vita devi prendere ti dono la mia”.

Il dio del mare sentendo quella supplica così accorata ne ebbe pietà, chiese al dio del cielo di aprire le nubi e di far splendere la luna. Poi ordinò ai pesci più numerosi e argentei di radunarsi in superficie in grandissimi branchi. Furono le sardine a rispondere ed esse, guidate dalla luce della luna andarono in superficie formando un tappeto d’argento immenso che, riflettendo il bianco chiarore dell’astro, illuminò tutto il mare intorno. Dorotea potè vedere più in là la barca del padre, ormai all’ultimo delle sue forze, riuscì a salvarlo e insieme, guidati dalla luce emanata dal riflesso delle sardine poterono tornare verso la riva.

Da allora le sardine si uniscono in grandi branchi, attratte dalla luce pensando che sia la luna e perché comunque ci sarà sempre qualcuno da aiutare.


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