LA MANOVRA

di | Ott 26, 2018 | Storie

Gli davano noia i tubicini dell’ossigeno nel naso. Il respiro affannoso era quasi un rantolo.  I bip ritmici della macchina che contava i battiti del cuore erano gli unici rumori della sua camera alla clinica Santa Rosalia. Tommaso “boss” Sanfilippo, capo indiscusso, sapeva di avere le ore contate. Lo sapevano anche Tony “grilletto” Soprano e Sammy Montesanto i suoi uomini più fidati che rimanevano giorno e notte nella stanza. Ma lui resisteva. Aveva detto che avrebbe mollato solo dopo la certezza che tutto era veramente definito. Voleva il segnale, la sicurezza. Una frase aspettava, infatti con sforzo eccezionale ascoltava tutti i notiziari. D’altra parte quando tanti anni fa inizió il programma era stato chiaro a tutti. A quella riunione plenaria c’erano tutti i rappresentanti delle famiglie. Joe Gullotta, Vincent Santofiore, Jhonny Palamaro, Franck Roccaforte, Vito San Felice in rappresentanza di altri mandamenti. C’erano persino Rosario Cutrone  e Joe D’Alfonso direttamente dalla capitale e poi c’erano tutti gli altri. Quella volta nel silenzio totale esordì sentenziando:“lo Stato si è fatto forte ma quasi tutti voi ormai state proteggendo e pensando solo a voi stessi” accusó guardando la platea presente “così l’organizzazione è in pericolo e potrebbe finire. Dobbiamo fare un salto di qualità, occorre arrivare lassù nel gradino più alto, nel cuore del potere” tutti si guardarono non comprendendo bene. Lui precisó: “il governo, bisogna arrivare al governo”. Da quel momento tutto iniziò. Occorreva strategia e iniziare da un partito. Meglio qualcosa di nuovo, un’associazione, un sodalizio, un movimento. Qualcosa di dirompente, che sviasse dal vero obiettivo e che facesse pensare all’interesse generale, alla gente o a un valore supremo il più lontano possibile da loro; e lui pensò all’onestà. Molto costó questo progetto, molti picciotti furono sacrificati, per far sembrare tutto normale. Molti e lauti contributi ebbero i loro familiari per sopperire agli anni di galera di quei fidati capofamiglia. Regalie raccolte dallo spaccio della droga, corruzioni e prostituzione. Molti piaceri vennero fatti, molte promesse, molte minacce. Tutto avrebbe portato voti utili. Si doveva utilizzare un “veicolo” sociale forte e venne sfruttata “la rabbia”. Occorreva alimentare la rabbia delle persone verso il potere politico per poi sostituirlo con un potere nuovo, innovatore, tecnologico. Un potere ricco di nuovi mezzi che potessero controllare e influenzare il volere del popolo. Una lotta nuova a cui il potere di sempre sarebbe stato impreparato. Pian piano il progetto era progredito, cresciuto, ed ora la cosa coltivata da tanti anni si era avverata, ora tutto si compiva. Ora gli uomini scelti erano lassù in alto. Ma ci voleva la certezza, il segnale convenuto e lui avrebbe saputo. Quel giorno c’era la conferenza stampa. Era la prima manovra importante del nuovo governo. Ad un certo punto, nel mezzo della spiegazione dei provvedimenti, venne pronunciato:”…sarà prevista la sanatoria di abusi edilizi e per migliorare i conti, sarà consentito di far emergere somme non dichiarate…potremo difendere le nostre case acquistando armi…potremo liberarci più facilmente dei rifiuti speciali che  appestano le città senza più formalità …”.La trasmissione continuó ma a “boss” Sanfilippo non interessava più. Il segnale convenuto era arrivato. La certezza era realtà e ora lo sapeva. Il respiro si fece più calmo, un sorriso lieve gli fece socchiudere gli occhi. Il corpo si rilassò e il ritmo del bip che misurava il cuore divenne un sibilo lungo e continuo.


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